Liliana Giordano Grosso

Fluide fusioni dell’anima

Non è facile scrivere su foglio (e di ogni parola bisognerà rispondere)ciò che le opere di Nives Marcassoli ci comunicano. E parlo al plurale perché, nello spazio di "Ethos dell'Arte Gallery" in un incontro avuto appunto con l'autrice e con un pubblico convenuto lì per una sua mostra, le opinioni potevano concordare oppure divergere. In fondo, questo è il tributo che l'arte, in questo caso le opere di Nives, ci chiede di pagare. Nives Marcassoli usa una tecnica davvero inusitata; tecnica che lei applica nel suo laboratorio a Pavia dove opera e vive. La nostra artista prima disegna sul vetro, poi col calore fissa i suoi disegni nel vetro, fonde più volte vetri colorati e lavora infine la superfice ad alta temperatura, E ancora mola e lucida i suoi pezzi. Compiuto questo procedimento, alla vista di ognuno di noi, balza fuori l'opera in vetro di Nives. E i vetri sono colorati, vogliono testimoniare le fasi dell'animo umano, le emozioni della vita e la profondità del pensiero. Ho, qui, davanti a me, certe sue opere e quelle che, a mio parere, fanno percepire certe circostanze di meditazione. Sono " Carezza" e " Serenità" ed ancora "Scintilla". E che dire poi di "Eros" o di "Dialogo e di "Equilibri". Ecco, per me, in questo trittico, Nives riesce persino a sfiorare, e a volte penetrare, un discorso politico, umano davvero. In tutto, porgendo all'osservatore attento, una forma di assoluto pudore. Desidero tornare all'"oggetto-opera" di Nives. La tocco, ne vedo la luce trasparente e sconfinata, e mi accorgo che ogni vetro colorato è silenzioso e cela spesso un volto umano. Tutto ciò per me è racchiuso nelle opere di Nives, a compimento in senso assoluto del pensiero della nostra autrice.

Liliana Giordano Grosso
Febbraio 2017